L’allegoria: alla base della Divina Commedia. Le allegorie del passato e di oggi_IIA

L’allegoria, ragazzi, è una figura retorica, come altre che abbiamo studiato, ovvero un trucco per far figurare, immaginare il lettore. L’allegoria assomiglia molto alla metafora: mentre nella metafora,  si sostituisce un oggetto con un altro che ha rapporti di somiglianza con il primo (ha i capelli d’oro = ha i capelli gialli come l’oro, dove il color giallo viene sostituito dall’oro, che ci somiglia), nell’allegoria la sostituzione avviene spesso tra un concetto astratto con un oggetto reale al quale è legato non tanto da somiglianza fisica (come il giallo con l’oro), quanto da  rapporti simbolici, filosofici, razionali di affinità. Questi rapporti non sono sempre evidenti e immediatamente leggibili, ma richiedono una riflessione, per ricavare il legame profondo che lega indissolubilmente i due oggetti in relazione. Insomma, nell’allegoria spesso si nascondono profondi rapporti di somiglianza, che vanno ricercati, non soffermandosi dietro la semplice lettura.

Difficile? Ma no, ragazzi. Di allegorie ne conoscete tante! Ricordate le favole che leggevamo lo scorso anno?

Una volpe che aveva fame, come vide su una vite dei grappoli sospesi, volle impadronirsene ma non poteva.
Allontanandosi disse fra sé: “Sono acerbi”. Così anche alcuni uomini, non potendo raggiungere i propri scopi per inettitudine, accusano le circostanze.

E cos’è la volpe? Cosa rappresenta? Perché Esopo ha raccontato questa favola? E sì, la volpe è l’allegoria dell’uomo che addossa i suoi insuccessi agli altri (= il concetto astratto dell’incapacità di raggiungere gli obiettivi è reso chiaro attraverso l’oggettivizzazione con l’animale). Che rapporto c’è tra la volpe e l’uomo incapace? La volpe è notoriamente un animale intelligente, come anche l’uomo; tuttavia, pur di non ammettere una sconfitta della propria intelligenza, può comportarsi da stolto, come fa qui la volpe. L’allegoria della volpe sottolinea l’intelligenza dell’uomo, che a volte, tuttavia, non usa a pieno le proprie capacità.

Prima attività: cercare altre favole e scoprire le allegorie e i rapporti simbolici che legano i due elementi:

Immagine

L’allegoria viene usata moltissimo nella pittura, dove, ovviamente, sarebbe impossibile rappresentare concetti astratti. Vediamo qualche allegoria pittorica (facendo riferimnto al periodo che avete studiato in arte):

Come rappresentare la primavera e la rinascita che essa comporta (due concetti astratti)?

Innanzitutto con una donna (come suggerisce il nome della stagione), poi rivestendola di fiori (visto che è donna, ama adornarsi, come la primavera si “riveste” di fiori), poi facendola corteggiare da un uomo (come la primavera è corteggiata dai venti, dai pollini), poi mostrandola con il pancione (visto che la primavera “porta in grembo”, fa rinascere la natura). Ma tante altre relazioni si potrebbero trovare tra questa allegoria e la primavera!

Famosissimo quadro di Caravaggio: qui il mito di Narciso e l’allegoria pittorica si fondono. Caravaggio rappresenta la vanità, facendo ricorso al mito di Narciso, il bel pastore vanitoso che si innamora della sua immagine riflessa nell’acqua, fino a morire affogato…nella sua stessa vanità.

Sempre allegoria della vanità, mi piace citarvi anche questa, meno nota, ma dove è molto più evidente il valore simbolico dell’allegoria: è di Peter Candid, autore belga di fine 1500:

Beh, il valore simbolico della donna a doppia faccia, dello specchio e di altri dettagli è forte! Commentate voi!

Seconda attività: analizza i seguenti quadri e, come fatto per le favole, spiega l’allegoria e i valori simbolici che legano il dipinto con il concetto astratto:

Le allegorie sono state rappresentate anche nella scultura.

Terza attività: (come la prima e la seconda) analizza le seguenti sculture:

Allegoria dell’Aurora e del Tramonto, del Giorno e della Notte di Michelangelo (foto d’insieme della quattro sculture, che decorano la Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze).

L’allegoria è usata anche nelle pubblicità, sapete?

Guardate come, per convincerci a comprare le Nike, la multinazionale ha rappresentato la Vittoria, che, a dir loro, si ottiene solo con quelle scarpe (Nike era, infatti, il nome greco della dea della Vittoria):

Oppure come la San Benedetto ha rappresentato la purezza e la leggerezza della sua acqua:

Ultima attività: A VOI LA PAROLA! Scegliete un qualsiasi concetto astratto (bellezza, felicità, libertà, paura, solitudine, crudeltà, amicizia, affetto, bene, male etc) e realizzate la vostra allegoria nel formato che voi volete (disegno a pastello, tempera, a rilievo, video stile pubblicità)!

La prof

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I ragazzi sono stati super bravissimi!!! Hanno analizzato tantissime favole e analizzato benissimo quadri e sculture con l’allegorie e sono stati venramente entusiasti dell’attività.

Tommaso Rossi ha segnalato questa pubblicità allegorica della Apple, significativa perché, attraverso delle semplici palline, rappresenta ora l’allegoria della sorpresa, della felicità e della quantità:

Questa invece è la pubblicità allegoria di Valerio Panci, che ha rappresentato la FELICITA‘ attraverso il trillo di un canarino contento di avere il suo mangime preferito! 😉 Bravissimo!

Questa invece è la rappresentazione della FELICITA’ di Nicole Sallusti!

FELICITà nICOLE

(Paragonatelo all‘ICARO di MATISSE! Bellissima idea, la stessa del grandissimo pittore 😉 Brava!!!)

Questi i lavori di Giorgia Proietti:

TRANQUILLITA’                          RABBIA

20140402_082247 20140402_082303

INFINITO:

 

LIBERTA’:

(Giorgia e Erica)

Questo un lavoro di Erica Proietti , sull’IMPONENZA:

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Questa la Solitudine secondo NICCOLO’ LUCCI

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I ragazzi hanno analizzato in modo molto puntiglioso tutti i quadri e le sculture proposte, analizzato favole e testi vari: sono stati superbravi!!!

Queste, per tutti, le analisi di Niccolò Lucci:

(to be continued) 😉

 

 

Informazioni su Cristina Galizia

Docente di lettere nella Scuola secondaria di I grado IC San Vito Romano (Rm)
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4 risposte a L’allegoria: alla base della Divina Commedia. Le allegorie del passato e di oggi_IIA

  1. claudia ha detto:

    prof in ci ho provato ma non mi è stato tanto chiaro

  2. Cristina Galizia ha detto:

    Per Erica: incollo qui, per i tuoi compagni, il commento che, per sbaglio, hai incollato nella pagina dei materiali semplificati:

    Da ERICA PROIETTI e GIORGIA PROIETTI

    La fortuna del cavallo
    Un giorno un cavallo, ricco d’ornamenti, venne incontro a un asino che, stanco e carico com’era, tardò a dargli la via. ” Avrei una gran voglia – disse – di fracassarti a calci “. L’asino non rispose: e con un gemito chiamò testimoni gli dei. Passò qualche tempo. Il cavallo durante una corsa, azzoppò e fu mandato a servire in campagna. Appena l’asino lo vide tutto carico di letame: “Ricordi – domandò – che boria e che pompa? Ah? E che n’hai avuto? Eccoti ridotto alla miseria che prima spregiavi “.
    I felici che disprezzano l’umile, sanno essi quale sarà il proprio domani?
    Esopo

    I due cavalli
    Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro. Il primo cavallo non si fermava mai; ma l’altro sostava di continuo. Allora tutto il carico viene messo sul primo carro. Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto, disse sentenzioso al compagno: – Vedi? Tu fatichi e sudi! Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare -. Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse: – Perché devo mantenere due cavalli! Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi? Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro; ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! -. E così fece.
    Lev Tolstoj

    I cani si riconciliano coi lupi
    Dissero i lupi ai cani: – Perché voi, che siete nostri simili in tutto, non andate d’accordo con noi come fratelli? Noi, infatti, non abbiamo nulla di diverso da voi, tranne il carattere. Noi viviamo in completa libertà; voi siete sottomessi agli uomini come servi, sopportate le loro percosse, portate il collare, simbolo della vostra schiavitù, e tenete in custodia le loro pecore. Per di più, quando essi mangiano, a voi non riservano che i rimasugli degli ossi. E’ ora di cambiare; abbiate fiducia in noi. Consegnateci tutte le pecore, noi le spartiremo in comune con voi, per mangiarcele a sazietà. I cani, purtroppo, prestarono orecchio a questi suggerimenti. Ed i lupi, penetrati nell’ovile, sbranarono loro per primi, e poi tutte le pecore.
    Fedro

    La volpe e il caprone
    Una volpe era caduta in un pozzo e non poteva più uscirne. Un caprone assetato viene allo stesso pozzo guarda dentro e la vede: – E’ buona quest’acqua? Era la fortuna inattesa. – Se è buona! Scendi giù, amico mio! Scendi: è una delizia! E quello stordito si caccia giù e beve sino a saziarsene. Quando ebbe bevuto, si guardò intorno. – E ora come si fa a risalire? – Già, è un affaraccio; ma c’è un modo di salvare te e me. Guarda: tu appoggi i piedi davanti, così, in alto, contro il muro, e rizzi le corna; io m’arrampico e poi ti tiro su. Va bene? – Facciamo pure così rispose quel bonaccione; e così fece. La volpe, saltando lesta lungo le gambe, le spalle e le corna del suo compagno, si trovò subito al collo del pozzo; e già se ne andava. – Ohé, – gridò il malcapitato – te ne vai? E così mi tradisci? La volpe si rivoltò verso di lui : – Se tu avessi tanti ragionamenti nella testa quanti hai peli sotto il mento non saresti sceso giù, prima d’aver pensato al modo di risalire. A volte è meglio cavarsela da soli che chiedere aiuto ad altre persone
    Leonardo Da Vinci

    L’asino vestito della pelle del leone e la volpe
    Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno seminando il terrore fra tutte le bestie. Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei. Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un’altra volta, gli disse: – Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare, avresti fatto paura anche a me -. Cosi ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.
    Lev Tolstoj

    La formica e la colomba
    Una formica era assetata e sì avvicinò alla riva di un ruscello. Un’onda la investì e la fece cadere nell’acqua. Una colomba, che passava portando un ramoscello nel becco, vide la formica in pericolo e le lanciò il ramoscello. La formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore stava per catturare la colomba nella sua rete. La formica gli si accostò e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.
    Lev Tosltoj

    Il corvo e il piccione
    Un corvo osservò che i piccioni vivono comodamente e sono ben nutriti perché l’uomo pensa a dar loro da mangiare. Si tinse le penne di bianco e penetrò in una piccionaia. Dapprima i piccioni credettero che egli fosse uno di loro e lo lasciarono entrare ma il corvo si dimenticò per un attimo del suo travestimento e gracchiò come un vero corvo.
    Allora i piccioni lo beccarono e lo buttarono fuori. Ritornò dai corvi, ma questi, spaventati dalle sue penne bianche, lo cacciarono via, come avevano fatto i piccioni.
    Lev Tosltoj

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